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Città di Meknes

Città di Meknes

La città di Meknes è ormai considerata una vecchia città di provincia, ma sono ancora visibili chiare tracce del suo antico splendore. Inoltre, questa città è considerata da molti come la “Versailles del Marocco” o la “Piccola Parigi”, pur rimanendo un’oasi di pace e tranquillità.

Dove si trova Meknes?

La città di Meknes, a 60 km da Fez e a 150 km da Rabat, è spesso trascurata dai turisti. Chi decide di visitarla, si ferma qui solo per uno o due giorni. Questo è un grosso errore perché Meknes ha un’incredibile quantità di cose da offrire. Il fascino e l’atmosfera di questo luogo incanteranno chiunque decida di fermarsi qui per un po’. Le passeggiate per la città aiutano a capire e a conoscere la storia non solo dell’ex capitale del Marocco, ma anche dell’intero Paese.

Immagini della storia della città

La città di Meknes vanta una lunga e ricca storia. È una delle quattro città imperiali del Marocco. La storia di questo luogo inizia ufficialmente all’inizio del X secolo, quando la tribù berbera dei Meknassa giunse dalle montagne del Medio Atlante all’altopiano di Sais (Saïs).

Il terreno fertile e l’ottimo accesso all’acqua rendevano questa zona ideale per l’insediamento. Va notato, tuttavia, che il primo insediamento fortificato fu costruito qui nell’VIII secolo.

Lo sviluppo della città avvenne durante le dinastie Almohade e Merynide (XII-XV secolo), che costruirono una medina e imponenti mura difensive, oggi le più antiche di tutto il Marocco.

Meknes subì un rapido cambiamento dopo il 1672, quando Mulay Ismail la stabilì come capitale del Paese, dove rimase fino al 1727. Il sovrano più spietato della storia del Marocco non risparmiò né uomini né denaro per espandere e abbellire la sua città.

Una crudele leggenda narra che se Ismail non era soddisfatto del lavoro degli operai, li uccideva brutalmente e ne mescolava il sangue al cemento per la costruzione. Inoltre, alcuni dei materiali utilizzati per la costruzione provenivano da saccheggi effettuati a Volubilis e Marrakech.

Una delle idee visionarie di questo leader è un enorme complesso di palazzi incompiuti. Su suo ordine furono costruiti anche una moltitudine di palazzi e palazzine più piccoli, biblioteche, ospedali e moschee.Questo sito utilizza i cookie. Rimanendo su di esso, si accetta l’uso dei cookie.Per saperne di più – clicca qui.Ok, capisco
Come Agadir, anche Meknes è stata danneggiata in modo massiccio da un terremoto. Si verificò nel 1755 e purtroppo bloccò lo sviluppo di Meknes e la privò completamente della sua importanza politica.

Purtroppo il destino della città fu altrettanto sfavorevole. All’inizio del XX secolo fu scelta come sede principale dell’esercito francese di occupazione e per questo divenne teatro di molti scontri sanguinosi tra marocchini e francesi.

Meknes tornò a godere del favore del governo solo dopo la riconquista dell’indipendenza del Marocco, nel 1956. In quel periodo iniziò un’intensa opera di ricostruzione e modernizzazione della città.

Medina di Meknes

La Medina è l’orgoglio della città di Meknes, onorata dall’inserimento nella lista del Patrimonio mondiale dell’UNESCO nel 1996. La sua storia turbolenta l’ha resa un’originale miscela di stili architettonici. Le tradizioni dell’ornamento arabo si fondono con elementi francesi in un insieme armonioso.

L’infinito e affascinante labirinto di stradine, vicoli e piazzette può essere percorso all’infinito. Scoprire i loro segreti attira completamente i turisti.

Attrazioni di Meknes

  • Porta di Mansura: a ovest del mellah, o quartiere ebraico, si trova il centro della città vecchia. Vi si accede attraverso la Porta di Mansura (Bab el-Mansour), che è un magnifico monumento a sé stante. La porta prende il nome dal suo architetto. L’edificio fu completato nel 1732, cinque anni dopo la morte di Ismail, che ne commissionò la costruzione. Le intricate decorazioni a mosaico sono sorprendenti e fanno sembrare l’enorme porta una delicata struttura traforata. Inoltre, la porta è decorata con antiche colonne provenienti da Volubilis.
  • Plac Lalla Aouda: dopo aver attraversato i cancelli della porta, ci troveremo nella piazza Lalla Aouda, che in passato fungeva da meshwar, ovvero da luogo di parata e rassegna delle truppe del sultano. Durante il periodo di massimo splendore della capitale, la Guardia Nera del Sultano era composta da 16 mila schiavi neri. La piazza faceva allora parte del complesso del palazzo reale di Dar el-Kebir. Originariamente consisteva in 24 sezioni separate con giardini e moschee, ma purtroppo il figlio di Mulay Ismail decise di demolirne la maggior parte.
  • Tomba di Ismail: dietro il padiglione di rappresentanza di Kubbat el-Khiyatin si trova oggi la tomba di Ismail. Nonostante la cattiva fama del sovrano, questa tomba attira folle di pellegrini da tutto il Paese. Probabilmente vi si recano non solo per la bellezza del luogo e per il desiderio di rendere omaggio all’ex sovrano, ma anche – o soprattutto – per la barakah, o benedizione. I mussem annuali si tengono qui alla fine del raccolto (di solito l’ultimo giovedì di agosto). La festa è accompagnata da canti, balli, fiere e costumi. I turisti sono ammessi solo al tempio, mentre solo i musulmani possono accedere alla tomba.
  • Grande Moschea: nel cuore della medina si trova la Grande Moschea. Purtroppo il 19 febbraio 2010 il minareto, decorato con mosaici verdi, è crollato. La probabile causa del disastro è stata l’effetto devastante delle forti piogge. Quarantuno persone sono morte e più di 80 sono rimaste ferite nel crollo del minareto e di parte del tetto. Rimanendo su di esso, si accetta l’uso dei cookie.Per saperne di più – clicca qui.Ok, ho capito
    Edifici del Sultano La grandiosità degli edifici del Sultano è testimoniata anche dai giardini reali, che sono chiusi al pubblico, dagli enormi granai con un sistema di condizionamento dell’aria innovativo per l’epoca e dalle scuderie per 12.000 cavalli (purtroppo le scuderie sono ora in rovina).
  • Medresa: il gioiello della medina è la Medresa Bu Inania, fondata da Abou Hassan Marini (1331-1351). Questa scuola coranica è considerata un capolavoro dell’arte architettonica araba. Le sue pareti sono ricoperte di maioliche, ovvero ceramiche con smalti opachi di piombo-stagno dai colori estremamente ricchi. Inoltre, sono degni di nota gli stucchi, gli arabeschi e le sculture in legno d’ulivo. Anche la madrasa di Mulay Idris è interessante, soprattutto per l’insolito minareto a forma di cilindro.
  • Altre attrazioni: interessanti capolavori possono essere ammirati nel museo Dar Jamaï, che ospita, tra l’altro, una collezione di kilim berberi e di ceramiche; dopo un’intensa visita, ci si può rilassare per un po’ nel giardino-museo andaluso. Ogni anno al marabout di Sidi ben Aissy, il giorno prima del compleanno di Maometto, si svolge uno dei più grandi mussem del Marocco. Purtroppo, i turisti che non professano l’Islam non possono entrare nella tomba.
  • Città nuova: La parte nuova della città, la ville nouvelle, fu costruita durante il protettorato francese sul lato opposto del fiume Bu Fekran. Si tratta di un quartiere ordinato, con innumerevoli ville eleganti e moderne proprietà. In mezzo al verde tropicale sorgono banche, negozi costosi, ristoranti esclusivi e caffè. I caffè in stile francese attirano i visitatori da lontano con il profumo di cardamomo e cannella, che viene aggiunto al caffè servito in grandi tazze, chiamate qahwa bil-halib. Il caffè è accompagnato da croissant alle mandorle o da un esotico sorbetto al mango.
  • Olive e vino: la città di Meknes è famosa non solo per i suoi monumenti, ma anche per le olive e il vino. Le colline circostanti sono un luogo ideale per la crescita di queste viti. L’industria è stata avviata dai francesi, ovviamente, ma è ancora in fase di sviluppo con successo da parte dei coltivatori marocchini. Per acquistare il vino locale, il posto migliore è la ville nouvelle. Tra i vini rossi più consigliati ci sono: Les Coteaux de l’Atlas, Beni M’Tir Larroque Cabernet Sauvignon e Comtesse de Lacourtabalise. Tra i vini bianchi, invece, vale la pena scegliere: Beauvallon Chardonny e Medaillon Cabernet Sauvignon. Anche se questi vini non sono tra i più economici, vale la pena assaggiarli. Del resto, il Marocco è un paese islamico e, anche solo per questo, l’esistenza di cantine locali è insolita.
  • Suki o fiera: Naturalmente nella città di Meknes, come in altre città marocchine, ci sono molti souk. Alla porta occidentale di Bab Berrima c’è un mercato di gioielli, al palazzo di Dar Jamai si possono acquistare bellissimi tappeti, camminando verso nord si arriva al mercato delle spezie e delle noci. Questi sono solo esempi di ciò che i commercianti locali hanno da offrire.

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